SURE è l’acronimo di “Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency” (supporto per mitigare i rischi di disoccupazione nell’emergenza), ma in inglese vuol dire anche “Sicuro”, “certamente”, “davvero” o anche “fidato”. Il SURE è uno dei nuovi programmi messi in campo dalla Commissione Europea per far fronte alle conseguenze dell’emergenza covid-19, attraverso la quale si concretizza una sorta di sussidio pubblico europeo.
- Ma che cos’e” lo SURE?
Lo strumento Sure – di natura temporanea – fornirà una assistenza finanziaria fino a 100 miliardi di euro sotto forma di prestiti (e non di sussidi a fondo perduto) agli Stati membri in difficoltà per proteggere imprese e dipendenti..
Si tratta di un fondo “anti-disoccupazione” per sostenere i costi della cassa integrazione nazionale, una specie di “salvadanaio”, nel quale ogni stato verserà una quota in porzione al proprio Pil fino a raggiungere la quota di 25 miliardi di euro. Questo deposito costituirà la garanzia utilizzata per raccogliere sul mercato del credito fino a 100 miliardi di euro (il raggiungimento dell’ammontare prefissato dipenderà dalle garanzie effettivamente versate dagli Stati Membri).
Questo denaro, raccolto dalla Commissione sui mercati, verrà dato in prestito a condizioni agevolate ai Paesi europei che sono costretti a far fronte a grandi aumenti della spesa pubblica per tutelare i livelli occupazionali, affinché possano finanziare una spesa maggiore senza indebitarsi individualmente tramite l’emissione di titoli nazionali.
- A cosa serviranno i prestiti delllo SURE nello specifico?
I prestiti aiuteranno gli Stati membri ad affrontare aumenti repentini della spesa pubblica per il mantenimento dell’occupazione: nello specifico, concorreranno a coprire i costi direttamente connessi all’istituzione o all’estensione di regimi nazionali di riduzione dell’orario lavorativo e di altre misure analoghe per i lavoratori autonomi introdotte in risposta all’attuale pandemia di coronavirus.
- Cos’è un regime di riduzione dell’orario lavorativo?
Molte imprese in difficoltà si vedono costrette a sospendere momentaneamente o a ridurre in modo significativo le proprie attività e l’orario di lavoro dei dipendenti. Evitando gli esuberi, i regimi di riduzione dell’orario lavorativo possono impedire che uno shock temporaneo abbia ripercussioni negative più gravi e durature sull’economia e sul mercato del lavoro negli Stati membri. Contribuiscono così a sostenere i redditi delle famiglie e a preservare la capacità produttiva e il capitale umano delle imprese e dell’economia nel suo complesso.
- Tempi di attuazione?
Immediati, una volta ricevuta la proposta della Commissione Europea (avvenuta in queste ore) il consiglio Europeo potrà approvare al primo consiglio disponibile in calendario a settembre.
- Quanto riceverà l’Italia?
La Commissione europea ha presentato proposte al Consiglio Ue per l’attivazione di un sostegno finanziario complessivo di 81,4 miliardi di euro per 15 Paesi, tra cui l’Italia, per preservare l’occupazione. Per l’Italia sono previsti 27,4 miliardi di euro, la quota più alta. Tra i 15 Stati membri figurano anche la Spagna (21,3 mld) ed il Belgio (7,8 mld).
- Un altro MES? NO
Stiamo parlando di un prestito, quindi nessun regalo, ma è un prestito che niente ha a che vedere con il MES, come alcuni lasciano invece intendere. La Cassa integrazione europea prevede condizionalità piuttosto chiare (spesa per far fronte a disoccupazione) che possiamo ritenere favorevoli per il beneficiario.
Quanto a convenienza in termini di tassi rispetto al finanziarsi emettendo debito, si ha un risparmio medio, in termini di costo del debito, pari a circa 0,015 punti percentuali rispetto all’emettere Btp italiani. Secondo gli economisti si parla di un risparmio di 5,5 miliardi di interessi.
Insomma, non sarà una misura risolutiva e si tratta pur sempre di denaro da restituire, ma se c’è bisogno di reperire risorse per far fronte ai problemi legati alla disoccupazione, questo strumento mette a disposizione denaro a buoni tassi.