Sono riusciti a coinvolgerli tutti: Matteo Renzi, Barack Obama e addirittura Stalin ed Hitler. Questi personaggi della politica di ieri e di oggi sono state “vittime” del deepfake. Ma di che cosa si tratta: una perfida invenzione per creare fake news oppure una grande opportunità per generare contenuti educativi e didattici?
La parola deepfake nasce nel 2017 e si riferisce a contenuti video generati dall’intelligenza artificiale capace di una elaborazione grafica molto sofisticata basata sul deep learning e machine learning. Attraverso degli algoritmi le immagini delle “vittime” [spesso fotografie o video reperiti sul web] vengono sovrapposte ed animante da una terza persona, permettendole di far pronunciare qualsiasi cosa, come dimostra questo video.
È uno strumento potentissimo che ha generato non pochi problemi alle star di Hollywood e che potrebbe avere serie conseguenze per il nostro futuro. Immaginate cosa potrebbe accadere se alla vigilia di un’importante elezione politica venisse diffuso un video elaborato con il deepfake per screditare un candidato Premier. Si potrebbero spostare centinaia di migliaia di consensi in poche ore, poco prima dell’apertura delle urne, mettendo in serio pericolo il sistema democratico di qualunque Paese. Ma non solo, purtroppo è molto pericoloso per il “revenge porn” e per molto altro.
Come ogni strumento innovativo, sarà l’utilizzo che ne decideremo di fare che ci consentirà di coglierne le vere opportunità: immaginate la possibilità di animare le figure più importanti della storia, per generare contenuti didattici affascinanti che permettano agli studenti di interagire con Napolone piuttosto che con Albert Einstein in laboratori interattivi e workshop didattici.
Questa era digitale ci impone ad essere vigili su tutto quello che di nuovo sta arrivando, cercando di non demonizzare il progresso ma di comprenderlo per attivare tutti gli strumenti necessari per reprimere le illegalità e vigilare sulla sicurezza dei nostri figli e sulle nostre abitudini digitali.