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La sua propaganda la paghi tu!

Dietro un post o un video di successo del politico nostrano sui social che raccoglie migliaia di like, commenti e condivisioni, non c’è solo “la forza del messaggio” ma anche centinaia di migliaia di euro.

In un periodo storico dove sinistra e destra non esistono più, scambiandosi i ruoli con facile alternanza, dove il voto si sposta facilmente da un partito all’altro in pochi mesi e dove l’elettorato  viene ormai identificato come un’entità liquida e fedele al termometro politico del breve periodo, la  politica attraverso centinaia di migliaia di euro  compra e  sposta milioni di voti in breve tempo con un semplice click.

Vi siete mai chiesti quanto costa un voto su Facebook o Twitter? 

La risposta non è semplice e meriterebbe l’utilizzo di qualche algoritmo ma approssimativamente   dovrebbe accostarsi a qualche centesimo di euro. 

Per farsi un’idea, un post sponsorizzato pagato tra i 500 e i 999 euro può raggiungere 200mila visualizzazioni. Per 5mila euro, quello stesso post può essere visto da un milione di persone e, potenzialmente, influenzare il loro voto secondo studi di settore e ormai comprovati dall’esito delle elezioni in Grand Bretagna (nazionali e referendum), USA e Russia.  Fenomeno che si ripercuote in maniera esponenziale anche in Italia e in Tutta Europa. 

Facebook a tal proposito fornisce uno strumento noto come libreria inserzioni. A questo link https://www.facebook.com/ads/library/?active_status=all&ad_type=political_and_issue_ads&country=IT&sort_data[direction]=desc&sort_data[mode]=relevancy_monthly_grouped , è possibile vedere a quanto ammonta lo sforzo economico di ogni partito, quali temi sono stati rilanciati, per quanto tempo, e a chi si è scelto di farli vedere. La spesa per un singolo post si aggira tra i 100 e i 5mila euro.

Avete capito bene? 

Con 100 euro hai la possibilità di plasmare il tuo potenziale elettorato a tua immagine e somiglianza con la forza virtuale di un post o di un video sponsorizzato sulla bacheca di migliaia di cittadini, elettori raggiungibili in qualsiasi posto e in qualsiasi ora o giorno della settimana. 

La forza dei social nella politica di oggi è quella di collezionare dati degli utenti e quindi schedarli con i loro gusti, preferenze, passioni che non sono direttamente legati alla politica ma che possono veicolare una mole d’informazione che può aiutare il politico, supportato chiaramente da una squadra di esperti, nell’individuare il messaggio giusto per conquistare un nuovo elettorato. 

Facebook come Twitter, ti permette anche di decidere a chi indirizzare il messaggio, quando e in che regione. Siamo difronte ad una macchina da guerra “politica” a cui nessuno può rinunciare con i suoi pro e contro. Una macchina da guerra digitale talmente pericolosa che porta alla ribalta politici che hanno vissuto di politica per 20 anni riproponendoli come nuovi eroi salvatori della patria. 

Non è più l’idea che conta, ma il messaggio che fai passare attraverso gli argomenti che piu’ stanno a cuore per una determinata fascia di popolazione, in un determinato momento condita con qualche messaggio “mieloso” dettato da quel database chiamato facebook che ti sussurra all’orecchio il trend del momento in quella regione, città, provincia. Un giorno sarà il gattino, l’altro il panzerotto e l’altro ancora il caffè della mattina al bar. 

Bazzicando un po’sui  social escono fuori dati interessanti che mostrano una rappresentazione della politica italiana nel mondo dei social network.

Chiaramente ai primi posti dei più spendaccioni per spostare voti troviamo il binomio inseparabile dei due Matteo.

Ecco quanto hanno speso i leader nostrani da marzo 2019 a quello 2020 su Facebook per sponsorizzare i post delle loro pagine ufficiali.

• Matteo Salvini – 253.466 euro

• Matteo Renzi – 158.072 euro

• Silvio Berlusconi – 93.858 euro

• Carlo Calenda – 50.312 euro

• Giorgia Meloni – 42.085 euro

Attenzione qui parliamo di post Facebook rilegate alle loro pagine ufficiali senza tener presenta la galassia delle pagine che appoggiano e sponsorizzano il capitano e compagnia bella.

Aldilà delle cifre spese, probabilmente a spese loro, è la comunicazione del messaggio che si vuole veicolare il vero problema. Pur con tutte le buone intenzioni del caso nell’analisi quotidiana del contenuto dei post, video e commenti sdoganati quasi ogni 2 ore si evince solo un’assenza di idee e la mancanza di soluzioni ai problemi. Si parla del nulla in un costante j’accuse dell’altro, delegando agli altri responsabilità che loro stessi hanno avuto per anni al governo. 

Ci volessimo fermare ad analizzare la politica del leader della Lega, non tanto come capo dell’opposizione ma come più grande spendaccione sulla piattaforma americana, è facile imbattersi in una costante comunicazione violenta volta a conquistare le folle di scontenti elettori, da destra a sinistra, senza però dare una soluzione. Bravissimo ad intestarsi battaglie e sfide che non ha mai combattuto, affermando e negando allo stesso tempo tutto quello che ha fatto e non ha fatto con una velocità disarmante che il potere dei social amplifica grazie alla sua capacità di fagocitare l’informazione in un giga al secondo amplificando il più grande difetto dell’Italia, l’oblio.  

 

Nella classifica seguente avete la lista dei partiti che hanno speso di piu’ nell’ultimo mese (con le elezioni regionali alle porte).

Vi lascio il link che può dare delucidazioni su come hanno speso questi soldi, su quali argomenti hanno spinto, in quale regioni hanno pressato di più e soprattutto a chi si sono rivolti. 

https://www.facebook.com/ads/library/report/?country=IT&campaign_tracker_time_preset=last_30_days&source=spend-tracker-link&campaign_tracker_page_ids[0]=252306033154&campaign_tracker_page_ids[1]=355710427861591&campaign_tracker_page_ids[2]=174457180812&campaign_tracker_page_ids[3]=2157706944445944&campaign_tracker_page_ids[4]=131887960826264&campaign_tracker_page_ids[5]=113335124914&campaign_tracker_page_ids[6]=1000392486681830&campaign_tracker_active_race=Custom

Un analisi che porterà un lettore critico ad avere un immagine più congrua della situazione italiana, politica e socioculturale, più improntata al messaggio accalappia voto attraverso la rabbia di cittadini scontenti, che loro stessi hanno contribuito a rendere infelici.

 

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