Le tematiche relative gli anziani sono, purtroppo, tornate alla ribalta della cronaca nazionale nel corso di questa infinita pandemia. Sono infatti i nostri nonni – loro malgrado – i più colpiti dal Covid-19, non solo per la fragilità fisica, ma per aver subito un isolamento dai propri affetti dettato dalla necessità di ridurre i contatti fisici, poi aggravato da un sistema di assistenza che ha presentato tutti i suoi limiti e chedovrebbe essere rivisto totalmente, per garantire un loro maggiore coinvolgimento nella società oltre che una migliore protezione sanitaria.
Il grafico riportato in questo articolo parla molto chiaro. Siamo un nazione che sta invecchiando rapidamente in totale controtendenza con l’aumento della popolazione a livello mondiale; attenzione però, l’aumento del numero delle persone che superino i 50 anni [almeno nei prossimi 30 anni] si accompagna ad una maggiore longevità, che porterà gli italiani a lavorare più a lungo – se lo vorranno – ma comunque a rimanere attivi per molto tempo in più rispetto al passato.
Per un Paese – come il nostro – che invecchia velocemente, vi sarà ladunque necessità di rivedere il sistema economico legato all’assistenza sanitaria, che vedrà l’implementazione dei sistemi con un’intelligenza artificiale sempre più performante, l’avvio di esperienze legate alla telemedicina oppure l’arrivo di esoscheletri e sensori molto più precisi – e a basso costo – di quelli attuali, che permetteranno ai medici di monitorare anche a distanza i sintomi meno gravi, riducendo l’affollamento di pazienti nelle strutture ospedaliere pubbliche garantendo una diminuzione della spesa sanitaria.
Ma non dobbiamo accostare unicamente i temi della salute ai nostri anziani; essi rappresentano una ricchezza inestimabile in termini di conoscenze. Sono loro i veri detentori dei saperi artigianali, quelli che costituiscono le basi del nostro Made in Italy, che rischiamo di perdere se non riusciremo ad avviare delle staffette generazionali capaci di trasmettere i segreti del “fare” agli imprenditori di domani, iquali saranno sicuramente capaci di mixarli con le nuove tecnologiesenza snaturare le nostre tradizioni. Anche il settore del turismo potrebbe beneficiare di questo patrimonio, in due modalità diverse.
La prima coinvolgendo gli over sessanta come operatori turistici, per raccontare – ad esempio – la storia dei nostri centri storici. Viviamo in una nazione zeppa di cultura, che spesso neanche noi conosciamo,ricche di leggende e i racconti legata alla quotidianità dei territori cheli caratterizzano – a prescindere dalle bellezze architettoniche – ma altrettanto capaci di generare fascino e bellezza. La seconda modalitàindividua gli anziani come fruitori: la qualità della vita – come detto – migliorerà e permetterà di cogliere le grandi occasioni per occupare il tempo libero andando alla scoperta del mondo, dell’Italia ma anche dei nuovi saperi, che via via permetteranno – ad esempio – di utilizzare in modo corretto le ultime tecnologie che faciliteranno l’interazione tra uomo/macchina o cittadino/pubblica amministrazione.
Di questo ne abbiamo avuto prova proprio nel corso dei recenti lockdown. In quanti di voi hanno aiutato i propri nonni ad effettuareper la prima volta una videochiamata su di una piattaforma digitale? Siamo solo all’inizio, sono solamente piccoli spiragli di futuro matutto questo non deve spaventarci, anzi dobbiamo stimolare la nostra fuoriuscita dalle aree di confort puntando sulla sicurezza – fisica ed on line – per evitare i tranelli e prepararci ad accogliere tutto quello che porterà beneficio negli anni a venire, tenendo bene a mente che prima o poi saremo noi gli anziani del futuro.