L’eurodeputato del Greens: “La Commissione UE non si giri dall’altra parte. Piantedosi si occupi di monitorare e punire le violazioni anziché allungare i tempi di permanenza”.
“Nei CPR italiani è in atto una sistematica violazione del diritto alla salute e alla libertà personale di moltissimi cittadini stranieri e la Commissione UE non può voltarsi dall’altra parte. E’ fin troppo evidente che le azioni di “monitoraggio” messe in atto non garantiscono affatto i diritti dei cittadini stranieri che attendono il rimpatrio e che vanno trattati con dignità e rispetto”. Così commenta l’europarlamentare Green Ignazio Corrao la risposta della Commissione UE all’interrogazione sul rispetto dei diritti nei CPR italiani, alla luce dell’inchiesta giornalistica ‘Sulla loro Pelle’ (Manda, Leone, Ikonomu, 2022), vincitrice del Premio Morrione 2022 e trasmessa da Rainews.
“I Centri di permanenza per i rimpatri – spiega Corrao – continuano ad essere strutture detentive nelle mani dei privati, che non sono in grado o non hanno la volontà di assicurare gli standard minimi dei diritti di base delle persone rinchiuse, che non hanno commesso reati. Dall’altra parte, lo Stato svolge un monitoraggio poco efficace, viste le palesi violazioni denunciate dalle ong e dagli stessi cittadini stranieri che vengono sistematicamente ignorate”.
“Ricordiamoci – prosegue l’eurodeputato – che dal 2020 nei centri sono morte 9 persone. C’è chi è stato lasciato per ore senza soccorsi, come Vakhtang Enukidze, abbandonato in isolamento dopo essere stato vittima di un pestaggio. C’è chi, come Moussa Balde, è arrivato a togliersi la vita. Di queste persone, delle responsabilità dei gestori e delle lacune dello Stato italiano la Commissione Europea deve occuparsi”.
“Ecco perchè avevo chiesto alla Commissione UE – sottolinea ancora Corrao – di verificare l’eventuale violazione delle direttive UE da parte dell’Italia, considerate le carenze dei CPR in Italia e alla luce di quanto emerso dalle testimonianze denunciate dall’inchiesta. La risposta della Commissaria UE Ylva Johansson si è limitata a osservare che, dopo una visita della Commissione nel 2021, ‘nel 2022 l’Italia ha adottato una direttiva che stabilisce nuovi criteri per l’organizzazione dei Cpr per migliorare le condizioni di vita nei centri’. Tuttavia, l’inchiesta rende evidente come le raccomandazioni europee siano ancora in larga parte disattese e che rispetto alla visita del 2021 ancora nulla è cambiato. La semplice adozione di un nuovo Regolamento sulla gestione dei Cpr non risolve le criticità della prassi nei CPR. Piantedosi anziché discutere di ampliamento dei Cpr e allungamento dei tempi di permanenza nei CPR fino a 6 mesi, si occupi di far rispettare i diritti umani – conclude Corrao”.